Google Trends 2023, le parole più amate dagli italiani

Google Trends 2023, le parole più amate dagli italiani

C’è una cosa che di solito, alla fine dell’anno, non faccio mai. Quella di sbirciare su Google Trends i cosiddetti trend più amati dal popolo italico: scoop scandalistici, omicidi a sangue freddo, dipartite clamorose, VIP sulla cresta dell’onda che precipitano di colpo, mode e tormentoni del momento, quelle cose lì, insomma.

È una cosa che non faccio mai, dicevo, ma quest’anno, un po’ curioso e un po’ sospinto da non so quale anelito di masochismo, mi sono andato a guardare le query più cercate negli ultimi dodici mesi (periodo che dovrebbe comprendere, all’incirca, quasi tutto l’anno 2023).

Già. Le famigerate query.

Quelle paroline chiave che uno si mette a digitare nella barra di Google, al fine di ottenere un responso dal motore di ricerca più grande e potente del pianeta (eccoti, oh Google, un’altra bella leccatina). Che ci piaccia o no, queste query sono un riflesso, direi piuttosto abbagliante, del nostro caro Belpaese. Ci dicono, in buona sostanza, che cosa interessa di più alla maggioranza degli italiani. Che cosa sta loro a cuore ogni sacrosanto giorno, 365 giorni all’anno.

Ma siamo proprio sicuri di volerci guardare allo specchio così brutalmente?

Ma sì, dai, per una volta… 😊

Number 1: METEO

Ebbene sì, in cima alla classifica, con il punteggio di 100 (per 100, Google intende proprio la parola più cercata in assoluto, senza fornire però il volume effettivo), trionfa la parola “meteo”. Scritta proprio così, tale e quale: METEO. Senza nient’altro. Senza specificare, magari, la località oil periodo di interesse.

A quanto pare gli italiani, che non hanno voglia di installarsi una banalissima app per il meteo e non si accontentano di un monologo in TV da parte di un barboso ufficiale dell’aeronautica, non hanno alcun timore a chiedere lumi direttamente a BigG. Gli italiani, prima di uscire di casa, hanno assoluto bisogno di sapere come devono vestirsi o se devono portare l’ombrello. Devono poter pianificare senza la minima incertezza viaggi, weekend e attività all’aria aperta.

Qualunque sia la motivazione, il meteo è senza dubbio un tema particolarmente sentito. Il più sentito. Chissà come, e chissà quando, Google è diventato il nostro meteorologo di fiducia, solo che non lo sapevamo.

Number 2: SERIE A

Con 33 punti, quindi con meno della metà delle ricerche rispetto al top scorer, troviamo la nostra amatissima Serie A. La Serie A di calcio, naturalmente. Perché la Serie A di qualsiasi altro sport che non comporti il prendere a calci un pallone non merita nemmeno di comparire nei radar, naturalmente. Gli italiani, lo sappiamo, vivono di calcio. E guai a chi glielo tocca. Che cosa parlerebbero al bar, altrimenti? E come potrebbero sfottere gli amici quando la loro squadra del cuore perde miseramente punti in classifica?

Come se non bastasse, a rinforzare la nostra passione morbosa per il calcio nostrano, seguono in classifica: il Napoli, non più fresco vincitore dello scudetto, all’ottavo posto (dubito che “Napoli” si riferisca alla splendida città sotto il Vesuvio: se dai una sbirciatina su Google, esce il Napoli, punto e basta), seguito dal Milan al quindicesimo posto (che nemmeno qui riesce a vincere, mannaggia) e l’Inter un po’ più distaccata, al diciassettesimo posto.

Un po’ ambigua la parola DIRETTA, ben salda al decimo posto. Ma diretta di cosa? Di Sanremo? Dell’Angelus? O che si riferisca, guarda un po’, all’imperdibile serata di Champions?

Number 3: TRADUTTORE

Eccoci sgamati. Diciamo che il nostro livello generale di inglese (non che per gli altri idiomi ci sia chissà quale padronanza linguistica, eh?) non è proprio all’altezza di un professore di Oxford. E anche qui, lo dobbiamo ammettere, siamo troppo pigri per installarci un’applicazione adatta allo scopo. Però Google, lo dobbiamo riconoscere, rappresenta una grande, grandissima scorciatoia. Una scialuppa di salvataggio a cui possiamo aggrapparci a occhi chiusi ogni volta che ci troviamo ad affrontare la perfida e insidiosa lingua di Albione.

Number 4: GOOGLE

Non mi capacito assolutamente di come qualcuno possa cercare Google… su Google! O ha le idee un po’ confuse oppure è ignaro del fatto che, digitando la parola “Google” nella barra di Chrome o di altri browser nel tentativo di accedere al noto motore di ricerca, in realtà sta già effettuando una ricerca all’interno del nostro immenso oracolo digitale. Non riesco a darmi altre spiegazioni credibili. Se qualcuno lo sa, lo dica, perché non ci dormirò più la notte.

Number 5: FACEBOOK

Ma non era morto, Facebook? Non era roba per vecchi nostalgici? E invece, eccolo lì a difendersi al quinto posto con i suoi dignitosi 23 punti, ben più del colosso Amazon al sesto posto (che è la voce che mi stupisce di meno, detto tra noi) e di YouTube al nono posto (ebbene sì, un altro dinosauro di internet). Anche qui, c’è gente che, inspiegabilmente, ma non tanto, usa ancora Google per accedere a una delle più rocciose piattaforme social in circolazione. App mobile? Non ne parliamo. Preferiti? Questi sconosciuti. Una bella ricerca lampo e via, si entra! Ok, boomer?

Ora ho capito perché…

Le parole chiave più cercate su Google Trends non se le fila mai nessuno. Perché, come abbiamo potuto appurare, sono di una noia mortale. Dove sono le novità, i temi scottanti, le polemiche al vetriolo, le mode assillanti? Non c’è nulla, nulla di tutto questo: perlopiù robette pratiche, di servizio (come posta, meteo, social, giornali online) che andiamo a cercare lì perché siamo pigri fino all’inverosimile, perché consideriamo Google più o meno come un maggiordomo digitale dove rimediare, ogni giorno, a gratis, qualche piccola scorciatoia.

Per concludere in bellezza, tra le venticinque parole più battute sulla tastiera non potevano mancare alcune chicche interessanti, come LOTTO (una speranza dura a morire), INPS (un’altra speranza un po’ meno dura a morire), TRADUZIONE (ma a che cosa ci servirà mai tutto questo tradurre?), ITALIA (che, ci metto la mano sul fuoco, non avrà nessunissimo legame con la nazionale di calcio) e GAZZETTA (anche se sospetto che non si riferisca alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana).

E, in ultima posizione, non potevano dimenticarci di loro, i PROGRAMMI TV. Perché noi Italiani, nonostante la pigrizia, nonostante il chiodo fisso per il calcio e l’inglese un po’ zoppicante, siamo sempre pieni di buone speranze e ci illudiamo, tuttora, nel 2023, di trovare ancora qualcosa di decente da guardare alla TV.

PS. Ops, nel lasso di tempo necessario a scrivere questo articolo, la classifica su Google Trends ha già subito piccole variazioni. Ma va bene così, sono troppo pigro per mettermi lì a riscrivere tutto. 😉

Scritto da
Gianluca Riboni
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Gianluca Riboni

Pensatore e capo tribù NAZAV, personal trainer non convenzionale, ambasciatore dello yoga e della risata, scrittore e blogger incompreso. Scrivo quello che mi passa la testa, nella speranza di lasciare un segno su questo pianeta. Sempre in Arial 11.

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