Sono diventato tirchio, di nuovo

Sono diventato tirchio, di nuovo

Che io abbia le braccine di un T-Rex non è certo una novità. Mi prendono ancora in giro per questo, ma col tempo sono migliorato (un pochino). Al punto che talvolta mi sono ritrovato a spendere cifre mostruose per cose ridicole e/o inutili fino all’inverosimile, che avrebbero fatto storcere il naso anche al più scialacquone degli essere viventi.

Ma il punto da indagare è: perché uno è tirchio? E quale sarebbe, di grazia, il giusto livello di attaccamento al denaro? Quando bisogna spenderlo senza tanti pensieri e quando invece è lecito aggrapparsi a esso neanche fosse la scialuppa di un naufrago disperato?

Per quanto mi riguarda, col tempo ho avuto modo di approfondire questa storia qui degli arti “tyrannosaurici”. E sono giunto a una conclusione: uno può essere incollato eccessivamente al denaro per la semplice paura di perderlo.

Il tirchio non è solo tirchio e basta. Il tirchio può anche avere paura di perdere il suo denaro e diventare povero.

Se davanti a te scorgi un futuro di magra, dove i soldi chissà mai se arriveranno, l’unico modo per stare sereno è tirare un po’ la cinghia e metterli da parte da brava formichina. Tagli una spesa qui e una spesa là, rimandi quello che puoi rimandare, e piano piano qualche soldino nel salvadanaio ci rimane incastrato.

Insomma, sei salvo, più o meno.

Però, poi, arrivano quelli che ti fanno montare il rimorso come velenosissima panna montata. Quelli che ti fanno notare che non ti stai godendo la vita, no, no, no. Che la vita va spremuta fino in fondo, carpe diem! Come se vivere la vita fosse soltanto questione di strisciare la carta di credito o far svolazzare banconote a destra e a manca.

Già, il denaro non è tutto, ma il tempo è tutto.

Che dire, se vogliamo venirne a capo, dobbiamo introdurre un elemento importante in questa bizzarra equazione.

Il tempo, perdio. Il TEMPO!

Il tempo

Ho fatto parecchio stretching negli ultimi anni e non ho più le braccia così “accorciate” come ai bei tempi, però, se sono diventato tirchio su una cosa, quella cosa è proprio il tempo. Il problema di fondo, infatti, non è se vale la pena spendere TOT per quello o quell’altro. Il punto è: quanto (dannato) tempo mi è costato?

La prossima valuta su cui dobbiamo puntare non è mica l’euro o il dollaro o il bitcoin, ma nientepopodimeno che il CRONOS. Se un nuovo paio di jeans mi viene a costare cinquanta euro, la domanda che mi dovrebbe assillare è: quanto tempo devo lavorare per raggranellare i soldi necessari? E se fossi (ipoteticamente) un imprenditore navigato o un lupo di Wall Street, quanto tempo dovrebbe trascorrere prima di poterli accumulare? Un’ora? Due giorni? Magari un anno intero?

Una volta fatti questi due conti, la domanda successiva viene quasi spontanea: vale la pena dedicare tutto questo tempo per quella cosa che voglio comprare? Sono davvero disposto a consumare parte della mia vita per mettere le grinfie sull’ultimo ritrovato tecnologico o soggiornare in un hotel a quattro stelle con SPA incorporata?

Il tempo, da quanto mi risulta, non è rimborsabile. E non lo puoi mettere nemmeno in cassaforte. Però, lo puoi liberare. Quello sì. Ecco allora che torniamo a corteggiare per l’ennesima volta la vile pecunia. Se guadagnare soldi ci costa tempo, e qui non ci piove, è possibile spendere i nostri soldi per guadagnare altro tempo? Se pago qualcuno per lavarmi la macchina, non risparmio forse un’oretta della mia preziosissima giornata?

Non so tu, ma ragionare in questi termini mi ha messo davvero in crisi. Quando mi fermo al casello dell’autostrada, per esempio, vado in paranoia: quanto tempo della mia vita sto sacrificando per uno stupidissimo pedaggio? D’altra parte, però, se dovessi percorrere tutti questi chilometri su una mulattiera, quanto tempo ancora andrebbe perduto per sempre?

Insomma, è come un cane che si morde la coda. È come stringere la cintura da una parte e allentarla dall’altra. Insomma, anche un tirchio ha il suo bel da fare.

Scritto da
Gianluca Riboni
Lascia un commento

Gianluca Riboni

Pensatore e capo tribù NAZAV, personal trainer non convenzionale, ambasciatore dello yoga e della risata, scrittore e blogger incompreso. Scrivo quello che mi passa la testa, nella speranza di lasciare un segno su questo pianeta. Sempre in Arial 11.

Newsletter

Web Far - Alla scoperta del selvaggio mondo di internet e della pubblicità online

Web Far - Alla scoperta del selvaggio mondo di internet e della pubblicità online

In vetrina