La mentalità fa molto, moltissimo, anche se abbiamo questo piccolo vizio di dimenticarcene.
Perché la mentalità fa parte di noi, ce la siamo costruita addosso giorno dopo giorno, mattone dopo mattone, fino a non pensare quasi più di averla o, ancora peggio, di non poterla più cambiare.
Per quanto mi riguarda, ho sempre avuto una mentalità di… diciamo pessima, dai. Una mentalità fondata sull’invidia, sulla recriminazione, sulla pigrizia. Una mentalità che non affronta di petto i problemi e si lamenta di continuo della propria situazione, senza cercare in alcun modo di migliorarla.
Non che adesso sia un bijoux, sia chiaro, però mi sono ripromesso da qualche tempo di lavorarci un po’ su. Perché qualcosa la possiamo sempre fare, ne sono convinto, e, in ogni caso, abbiamo il dovere morale di provarci.
La strada è lunga, irta di sbattimenti a non finire, e non sono certamente io la persona più adatta che potrà dirti che cosa fare di preciso (magari, se ti capita, prova a citofonare Robbins Tony).
Però posso darti un consiglio che con me ha funzionato, perlomeno per invertire la rotta, per smuovere un po’ gli ingranaggi giusti, insomma.
Uno dei metodi più semplici, inesorabili, per sviluppare una mentalità di crescita, è proprio quello di mettere le mani in pasta. Scegli un progetto da cui partire da zero, un’iniziativa personale che ti sta particolarmente a cuore, e inizia a realizzarla. Ovvio, meglio che sia qualcosina con un minimo di ambizione, un pizzico di sana follia, che non sia cioè realizzabile con uno schiocco di dita o standosene stravaccati beatamente in poltrona.
Qualunque sia la tua idea, che sia quella di recitare in un musical o diventare l’entomologo più esperto del pianeta, inizia a muovere i primi passi. Vedrai che, molto presto, cambierà tutto. Anche perché, se tieni la barra dritta e non molli al primo gradino su cui andrai a inciampare, non avrai più il tempo per lamentarti o piagnucolare. Quasi tutte le tue energie saranno risucchiate in un circolo virtuoso che ti costringerà continuamente a studiare e applicarti, sperimentare e fallire.
Dovrai fare o imparare cose che non pensavi ti potessero servire, finora.
Ti renderai conto che ogni passo può diventare piuttosto difficile e spesso anche frustrante, che è tutto nelle tue mani e, se non ci credi abbastanza, se non ti metti di impegno, nessuno si prenderà la briga di agire al posto tuo.
Una volta uscito/a dalla tua bolla di comfort (e fuori si gela, eh?), scoprirai che avrai bisogno degli altri, cioè che gli altri facciano qualcosa per te, eccome se ne avrai bisogno. A quel punto, potresti anche accorgerti di quanto sia dannatamente difficile convincere qualcuno a venirti incontro e contribuire alla tua “causa”.
Molto spesso si crede che la gente sia facilmente influenzabile e/o manipolabile, ma, nel mio piccolo, mi è parsa più che altro indifferente o, meglio ancora, inamovibile. Se chiedi loro di fare qualcosa, nove volte su dieci non la faranno, e magari, alla decima volta, la faranno diversamente da come avevi previsto che la facessero.
Insomma, una volta assorbiti da questo loop, potrebbe non esserci più scampo. A meno che non ci conduca dritti alla pazzia, la nostra vecchia mentalità dovrà per forza di cose cambiare e trovare nuove prospettive di crescita.
La tua mente, prima o poi, smetterà di borbottare come un motore lasciato acceso in folle sul ciglio della strada, e potrà finalmente ingranare la prima e partire. Se poi raggiungerai la tua destinazione o meno, non lo puoi sapere e nessuno te lo potrà mai garantire, nemmeno il buon Tony Robbins.
Intanto, però, goditi il viaggio.
