Leggere (sul serio) per sapere (davvero)

Leggere (sul serio) per sapere (davvero)

A scuola ci insegnano tante cose, ma non la più importante. Per anni interi ci chiedono di studiare come dei monaci, però non ci dicono COME dobbiamo studiare. Qual è il metodo più efficace per apprendere e memorizzare nuovi concetti? Come faccio ad affrontare un testo senza sbatterci sopra la testa fino a farmi venire la Zebība?

La verità è che, fin da piccoli, ci siamo dovuti arrangiare.

Istintivamente abbiamo capito che è necessario dare prima una lettura generale al testo per prenderci un po’ di confidenza. Poi ci tocca leggere con più attenzione ed evidenziare i passaggi chiave, distinguere bene cosa è importante e cosa non lo è. A questo punto, a meno che tu non abbia le praterie cerebrali di Umberto Eco, non rimane altro che rileggere e ripetere, più e più volte, fino a quando arriva la fatidica data dell’esame. Nella speranza che sia rimasto in testa il più possibile.

Ma studiare così è un bello sbattimento, vero? Per che cosa, poi?

Possiamo studiare in modo diverso? Esiste un modo per poter imparare più cose, e meglio?

Beh, da famelico e appassionato divoratore di testi quale io sono, questo argomento mi è sempre stato molto a cuore, ma devo anche ammettere anche che il mio rapporto con i libri è stato spesso molto frustrante.
Leggere tanto e dimenticare subito dopo. Aprire un libro e indugiare a lungo sullo stesso paragrafo, per poi lasciarsi distrarre da qualcuno o qualcosa, fosse anche un pensiero estraneo o una notifica insidiosa sul cellulare. Questi sono alcuni dei mostri che hanno infestato e continuano a tormentare le nostre vite da perenni “studenti”: non è un caso che, alla lunga, diventiamo allergici a qualunque cosa ci ricordi lontanamente lo studio.

Mentirei se dicessi di averle provate tutte. Semplicemente mi sono sempre arreso all’evidenza: il cervello è fatto così. Limitato. Pigro. Distratto. Un campo arido dove pochissimi semi della conoscenza possono davvero attecchire.

Poi, mi sono imbattuto nell’ebook Leggere per sapere, scritto dal pugno di Alessandro de Concini, linguista di formazione, insegnante e divulgatore sul tema dello studio e dell’apprendimento, e mi si è acceso un barlume di speranza. Dopo averlo letto e assimilato per bene, ho avuto la conferma che i metodi di lettura veloce, quelli cioè che ti promettono di memorizzare ogni singola parola alla velocità di un F35, non funzionano granché. Inoltre, grazie a questo manuale, ho avuto l’opportunità di sperimentare un metodo di lettura alternativo e molto promettente.

Prima di presentartelo, però, vorrei mostrarti come ho ridotto le pagine del tomo che sto cercando disperatamente di trasferire nella mia scatola cranica.

Dottore, è grave?
Dottore, è grave?

Non correre come una lepre, ma procedi come un carro armato.

student-147783_1280Secondo Alessandro de Concini, uno degli errori più frequenti è quello di accelerare lo studio nella vana speranza di imparare molte cose in poco tempo. Alla fine, però, si rischia di dover tornare più volte indietro per chiarire eventuali dubbi o studiare daccapo le parti che ci siamo già dimenticati. Risultato? Il tempo in apparenza guadagnato all’inizio lo perderemo strada facendo, probabilmente con interessi da capogiro.
L’approccio alternativo, da lui descritto,  è più simile a un “carro armato”. Si procede più lentamente, quasi con fatica, senza però lasciare nulla di incompiuto. Non hai capito a fondo un concetto? Hai letto un capitolo con troppa superficialità? Fermati immediatamente, e prima di andare avanti o procrastinare, cerca di consolidare quelle conoscenze ADESSO.
Senza ripensamenti. Senza scuse.

Altra tendenza comune è quella di tenere un atteggiamento troppo passivo nei confronti del testo. Se non ci poniamo degli obiettivi concreti, infatti, se non ci impegniamo a “sfidare” il libro in modo attivo e con un sufficiente grado di difficoltà, le probabilità di registrare quanto appreso nella nostra memoria a lungo termine si ridurranno drasticamente. Rispetto a quello tradizionale, il sistema di lettura efficace ADC prevede sei passaggi ben distinti, dalla lettura esplorativa fino alla scelta delle parole chiave, che ci costringeranno a vivisezionare il testo che abbiamo di fronte, paragrafo per paragrafo, parola per parola.

E’ un sistema molto impegnativo, non c’è dubbio, e all’inizio potrebbe anche un po’ scoraggiare. D’altronde, se per avere un fisico statuario dobbiamo lavorare sodo in palestra, anche nello studio bisogna allenarsi e sbattersi un po’ per ottenere dei risultati.

Ah, il manuale è scaricabile gratuitamente in cambio dell’indirizzo e-mail ed è disponibile anche nella versione audio.

Scarica la tua copia di “Leggere per sapere”

Alcune considerazioni (a freddo) sul metodo ADC per la lettura.

  • Come quando vai in palestra per la prima volta e scopri dei muscoli che non pensavi di avere, perché fanno male da morire, con questo metodo ho scoperto di possedere dei neuroni semi-dormienti che davo ormai per dispersi, perché anche qui fanno un male bestia. Scherzi a parte, la lettura si fa davvero seria e smette di diventare un semplice passatempo.
  • Come detto, occorre tanta energia e altrettanta concentrazione. Le pause diventano tappe obbligate per non soccombere. Per questo ci viene in auto la tecnica del pomodoro suggerita da Alessandro, che consiste nell’alternare uno sforzo di 25 minuti intensi con 5 minuti di riposo.
  • Per non dover sgobbare o fare più alla svelta, è sempre in agguato la tentazione di saltare uno o due passaggi richiesti dal metodo e trovare delle scorciatoie. Ogni volta che l’ho fatto, però, me ne sono subito pentito. Anche perché, sul carro armato, la retromarcia è un po’ farraginosa.
  • Per leggere davvero come un Panzer tedesco, non c’è verso: bisogna avere un testo stampato su carta per poterlo martoriare a colpi di matita. Su Kindle e dispositivi analoghi, nonostante siano comodi per molti aspetti, la missione si fa veramente ardua.
  • A furia di scavare e scavare tra i paragrafi, vengono a galla tutti i limiti del testo e di chi l’ha scritto: ridondanze, contraddizioni, lacune, passaggi poco chiari o scelte lessicali discutibili. In altre parole, è un ottimo modo per testare la qualità di un libro e delle abilità di esposizione dell’autore. (Nota: quello che ho appena scritto mi si ritorcerà contro un giorno, lo sento)
  • Più o meno come nel punto precedente, una lettura di questo tipo stimolerà una frotta incontenibile di domande e curiosità destinate a rimanere senza risposta, a meno che ovviamente non si abbia un filo diretto con l’autore.

Per concludere, mi sento di dire che avanzare come un esercito baldanzoso non è sufficiente per vincere la guerra. Questo è soltanto il primo passo per applicare una lettura più efficace, attenta e profonda; è come attraversare la prima stanza di questo grande castello che è lo Studio.
Quello che serve. Quello che rimane. Quello vero.

Scritto da
Gianluca Riboni
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1 commento
  • Ciao Gianluca, conosco leggere per sapere del bravissimo Alessandro De Concini, e anche io come te ho sempre dovuto combattere con l’oblio.
    Consolante la tua riflessione:
    Talvolta, forse più spesso di quanto pensiamo, le nostre difficoltà nell’afferrare completamente qualcosa, e quindi ricordarlo a lungo termine, non dipendono da noi ma da chi scrive.

Gianluca Riboni

Pensatore e capo tribù NAZAV, personal trainer non convenzionale, ambasciatore dello yoga e della risata, scrittore e blogger incompreso. Scrivo quello che mi passa la testa, nella speranza di lasciare un segno su questo pianeta. Sempre in Arial 11.

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