Occhio a pubblicare su Amazon: tutti i pro e contro

Occhio a pubblicare su Amazon: tutti i pro e contro

Il self publishing, o auto-pubblicazione che dir si voglia, esercita un richiamo sempre più irresistibile verso tutti gli aspiranti scrittori di questo pianeta. Come abbiamo visto anche in questa recensione su ilmiolibro.it, pubblicare e mettere in vendita il proprio libro è ormai facilissimo e alla portata di chiunque.

Grazie ad Amazon, e in particolare al suo servizio Kindle Direct Publishing, le cose si sono fatte ancora più facili, forse un tantino troppo.

Per quanto mi riguarda, nel giro di un anno, ho fatto un po’ di esperimenti qui, qui, qui e ancora qui. Insomma, mi sono fatto una discreta esperienza e, in questo articolo, ti vorrei riassumere i principali vantaggi e svantaggi di questa piattaforma.

I pro

Addio editore

Il principale punto di forza, che può essere anche di debolezza, intendiamoci, è la possibilità di pubblicare quello che vogliamo, che sia una raccolta di sonetti decadenti o un saggio sull’inutilità del vivere, senza avere il permesso di una casa editrice tradizionale.

In pratica, ciò si traduce in meno attese, meno lungaggini, meno vincoli, ma di contro, meno prestigio, meno distribuzione su altri canali come le librerie o le piattaforme concorrenti, e soprattutto meno supporto da parte di professionisti del settore. Perciò, se ho un libro di cui possiedo i pieni diritti, niente e nessuno mi vieta di condividere la mia creazione con il resto del mondo, purché il mondo, ovviamente, lo venga a sapere.

Caro guadagno

In assenza di una casa editrice, va da sé che le cosiddette royalty per l’autore saranno di gran lunga più elevate. Per un libro cartaceo, la percentuale di guadagno è pari al 60% sul prezzo di copertina, a cui va tolto però il costo di stampa. In altre parole, per ogni copia venduta esiste un costo fisso sostenuto da Amazon per stamparla e spedirla: la differenza viene quindi suddivisa tra l’autore e Amazon stesso. Nella pratica, ciò significa che, oltre una certa soglia, più alto sarà il prezzo di copertina, più alto sarà il margine di guadagno.

Per un e-book, la percentuale è ancora più interessante ed è pari al 70%, ma solo se il libro viene venduto a un prezzo uguale o superiore a tre euro. In caso contrario la percentuale scende al 30%, che non è male comunque.

Un mercato grandicello

Quelli di Amazon non sono certo gli ultimi arrivati. I suoi clienti, al momento, sono oltre trecento milioni in tutto il mondo e affidarsi ad Amazon equivale ad affidarsi all’efficienza e alla rapidità di consegna che da sempre lo contraddistingue. In altre parole, il nostro libro verrà trattato esattamente come gli altri prodotti in vendita sul sito, cioè potrà usufruire della consegna ultraveloce “Prime”, essere recensito e commentato dagli utenti e apparire, perlomeno in teoria, nelle classifiche di vendita.

Formato elettronico, mon amour

Se c’è qualcuno che ha sempre creduto negli e-book, quello è proprio Amazon. Infatti, almeno all’inizio, Kindle Direct Publishing nasce proprio per promuovere l’auto-pubblicazione di libri elettronici e arricchire così il catalogo a disposizione dei possessori di un Kindle, che, per chi non lo sapesse, è il lettore di e-book sviluppato e commercializzato da Amazon. Quindi, se hai in mente di puntare sul formato elettronico, trasformare il proprio libro in un e-book per Kindle qui sarà un gioco da ragazzi e potrà andare tranquillamente in parallelo con la versione cartacea.

Costi zero

Sul serio. Pubblicare un libro su Amazon non richiede alcun esborso economico da parte dell’autore. E non c’è nemmeno l’obbligo di acquistare una quantità minima di copie. Se lo si vuole promuovere attraverso gli strumenti di sponsorizzazione, ovviamente quello è un altro paio di maniche, ma per essere presenti nel suo immenso catalogo Amazon non ti chiederà neppure un centesimo.

Processo rapido e indolore

A parte le procedure burocratiche per registrarsi al servizio, una volta inoltrata la richiesta di pubblicazione ad Amazon, il libro verrà esaminato, approvato e messo in vendita nel giro di pochi giorni. Rispetto ai mesi o addirittura agli anni richiesti da un editore tradizionale, qui siamo proprio su un altro pianeta.

I contro

Non c’è editore

Lo so che sembra contraddire quanto detto poco sopra, ma l’assenza di un editore non è sempre un motivo di giubilo sfrenato. Pubblicare un libro in modo indipendente significa infatti privarlo di un marchio di fabbrica importante.

In altri termini, chi mi garantisce che un libro indipendente abbia la stessa qualità di un libro pubblicato da una casa editrice? Chi mi garantisce che sia stato impaginato e revisionato a dovere, e che le competenze dell’autore siano solide e comprovate, per esempio? Insomma, ti fideresti a comprare un libro a scatola chiusa, sapendo che lo può fare chiunque e in modo relativamente agevole?

Inoltre, se già i libri editati nel modo tradizionale vanno a finire nel “mucchio”, il destino di quei temerari libri indipendenti, o almeno per la maggior parte di loro, è quello di finire dritti nel mucchio del mucchio.

Un grande steccato

Per quanto il mercato di Amazon sia immenso, è pur sempre un mercato chiuso. Potremmo scoprire, per esempio, che una discreta parte dei nostri potenziali lettori non ha un account su Amazon e non intende affatto crearlo, magari per pigrizia o per partito preso. Dopotutto, agli occhi di molti, Amazon è soltanto quel “mostro” che riduce in schiavitù i suoi dipendenti e fagocita i piccoli negozianti.

In ogni caso, il nostro libro mancherà all’appello nelle librerie e nelle biblioteche, e non potrà nemmeno essere ordinato. Anche online, all’interno dei negozi “rivali”, non ce ne sarà assolutamente traccia. Insomma, così facendo, ci stiamo sbarrando un po’ di strade nella distribuzione del prodotto, che è la parte più critica di tutto il processo.

Morale della favola: non tutti usano Amazon.

Nessuna visibilità

Questa è un’altra constatazione agghiacciante: essere su Amazon non equivale affatto ad “apparire” su Amazon. In altre parole, una volta pubblicato, il nostro libro non verrà proposto come per magia agli affamatissimi clienti del gigante americano, ma dovremo essere noi a fare in modo che venga trovato. Come? Naturalmente investendo in pubblicità fuori dalla piattaforma oppure attraverso la piattaforma stessa. Sì, dovremo prenderci carico in prima persona di quelle attività promozionali che le cattivissime case editrici non vogliono mai fare, perché, evidentemente, costicchiano.

Per i libri con un taglio più tecnico o che trattano argomenti ben definiti, c’è sempre la speranza di apparire tra i risultati ricerca organici, soprattutto se le parole chiave digitate dagli utenti collimano alla perfezione con quello che stiamo proponendo. Per i romanzi, invece, la strada è più in salita, anche perché non è certo facile tramutare delle storie di fantasia in una manciata di parole chiave digeribili da un algoritmo.

Effetto “fai da te”

Per quanto Kindle Direct Publishing non richieda alcuna conoscenza tecnica o editoriale, il rischio di sfornare un libro poco curato, diciamo così, è sempre dietro l’angolo. Amazon mette a disposizione tutti i template di stampa per ogni singolo formato e un apposito programma, sebbene un po’ farraginoso e limitato, per la creazione automatica della copertina, ma il risultato potrebbe non essere comunque all’altezza dei libri tradizionali.

Per esempio, potremmo non possedere delle immagini decenti da schiaffare in copertina. Oppure l’impaginazione dei capitoli, in assenza di un occhio esperto, potrebbe fare acqua da tutte le parti. Lo so, potrebbero sembrare dettagli superflui per un autore indipendente, ma prova a leggere un e-book impaginato coi piedi, ti assicuro che ti verrà il mal di mare!

Infine, se non c’è la possibilità di farsi realizzare la copertina su misura da un grafico, l’unica è utilizzare lo strumento automatico fornito da Amazon e, di conseguenza, le opzioni “creative” saranno parecchio limitate. In altre parole, i libri in self publishing rischiano di assomigliarsi un po’ tutti, come le canzoni di Ligabue.

A chi conviene pubblicare su Amazon?

Come abbiamo visto fin qui, mettere in vendita un libro su Amazon è un’operazione tutto sommato veloce, economica e vantaggiosa in termini di potenziali royalties. Il nocciolo della questione, però, (e siamo sempre lì) è riuscire a vendere effettivamente qualcosa, tenuto conto che la distribuzione è concentrata nelle sole mani di Amazon e la visibilità sul portale non è così garantita come ci potremmo aspettare.

A mio avviso, sono principalmente due i soggetti che possono trarre un reale vantaggio da Kindle Direct Publishing: gli autori di nicchia e gli autori già schifosamente famosi. Questi ultimi, infatti, non devono andare a cercarsi un nuovo pubblico e godono già di una solida reputazione: senza l’editore di mezzo, quindi, possono sfruttare a piene mani le generose percentuali di guadagno garantite da Amazon (sempre considerando che i lettori “non-amazoniani” saranno del tutto tagliati fuori).

Gli autori di nicchia sono quelli che tengono magari nel cassetto raccolte di poesie e saggi ultra-specifici che le case editrici non avranno mai interesse o convenienza a pubblicare (e hanno ragione, ci mancherebbe, perché dovrebbero sostenere dei costi difficilmente ripagabili con le vendite). In questo caso, dal momento che non ci sono barriere all’ingresso e di fatto non sono richiesti investimenti pecuniari, fondamentalmente non c’è nulla da perdere e potrebbe valere la pena tentare la strada della pubblicazione indipendente. Nelle migliori delle ipotesi, il pubblico sarà per forza di cose più selezionato, diciamo pure “magro”, ma perlomeno il libro può prendere vita e avere una minima speranza di essere letto da qualcuno.

Per gli autori normali, se così li possiamo chiamare, c’è invece molto da perdere e molto da rischiare, visto che qui si gareggia in solitudine. Per tutti gli altri, meglio non farsi ingannare da false promesse e facili entusiasmi: d’altronde, una cosa così bella, facile e comoda alla fine potrebbe rivelarsi anche la cosa più probabile, vale a dire, né più né meno che un sogno.

Scritto da
Gianluca Riboni
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21 commenti
  • Beh, niente da opporre.
    La sua analisi è corretta. Noi poveri scrittoricchi siamo condannati a scegliere il meno peggio. Ma “a caval donato non si guarda in bocca”. Non è facile pubblicare con un editore a meno che non lo si faccia per un appagamento personale; se cerchi guadagni, te lo puoi scordare. Noi piccoli non andiamo in televisione o usufruiamo di particolare pubblicità, quantomeno, con Amazon, è tutto gratuito e non è poco.
    Alla fine, la domanda è sempre la stessa: vale la pena spendere tanto tempo per scrivere una storia sapendo che saranno pochi i lettori?

    • Ciao Laura, non conosco Youcanprint ma credo che valga lo stesso discorso: il difficile non è pubblicare un libro, ma venderlo. Su questo direi che Amazon ha un vantaggio non indifferente per quanto riguarda la visibilità e il bacino potenziale di lettori. Bookabook perlomeno fa leva su un modello diverso e per certi versi più sensato. Metto cioè in vendita un libro soltanto quando si è creato già un nocciolo duro di clienti interessati.

  • grazie sei stato molto prezioso, e i grossi editori? so che è difficilissimo ma io ho fiducia lo stesso perchè sono ottimista di natura

  • Mi scuso, ringrazio per le spiegazioni e domando: ma se per caso io volessi poi in futuro ristampare il mio libro già uscito con Amazon, potrei farlo liberamente o esso appartiene ormai ad Amazon? grazie saluti

    • Sì, assolutamente. Il libro si può ripubblicare: infatti, a differenza degli editori tradizionali, i diritti qui rimangono all’autore.

  • Sono tutte ottime considerazioni, ma c’è un punto che mi sta portando a scegliere la via del self-publishing.
    Le case editrici spesso sembra tendano a pubblicare di tutto, facendo correzioni di bozze spacciate per editing, e lasciando sostanzialmente l’onere della promozione agli autori.
    Allora a quel punto se un libro lo deve promuovere l’autore ha più senso che abbia royalties del 60%, pagate mensilmente e senza minimi di vendita, che non con tutti i vincoli che normalmente le CE mettono a contratto.
    Anche perché il sito di una casa editrice minore ha una visibilità limitata, ed è difficile che un “esterno” entri a visitarlo e scelga proprio il tuo dal catalogo, considerando quanti ne pubblicano… Così come è vero che le CE fan sì di essere distribuiti nelle librerie, ma la gente in libreria la porta quasi sempre l’autore a chiederlo, per cui torniamo al punto di prima.

    Sono combattuto, ma più propenso a tentare la strada del self tramite Amazon sinceramente.

    Chiunque abbia altre considerazioni al riguardo ben venga.

  • Ciao Gianluca, il tuo articolo non fa una grinza. Però bisogna anche dire due cose, o forse, pure tre:
    1) Non sempre pubblicare con un casa editrice ti garantisce di arrivare ovunque. Spesso gli editori (magari quelli più piccoli) non spendono un centesimo per la pubblicità del tuo libro. Vero, magari lo trovi elencato in tutte le librerie on line, ma se non si fa pubblicità anche qui il libro diventa “invisibile” (esperienza personale). C’è poi da dire che non tutte le case editrici distribuiscono fisicamente il libro in libreria. Perché costa, ovvio. Si affidano così ai messaggini su Facebook, su Instagram, qualche banner su internet e così via che, anche qui, lasciano il tempo che trovano perché tra migliaia di messaggi che scorrono ogni giorno sui social diventa davvero difficile emergere.
    2) Le cose editrici pagano poco. Le percentuali di incasso sono davvero da morti di fame. Lavorare per un anno e più per poi vedersi “mangiare” la maggior parte dei profitti dalle case editrici, beh…mhhh!
    Certo, hai il vanto di essere pubblicato, ma non basta solo l’orgoglio. Scrivere un libro lo si fa per passione, ma anche per mestiere. Si vorrebbe capitalizzare il proprio lavoro. Non dico che si deve guadagnare così tanto da comprare una Ferrari, però manco far guadagnare solo gli editori che davvero ci mettono poco nel tuo lavoro, se non pubblicarlo e basta…
    3) Amazon è una nicchia. Ma per quanto nicchia però è frequentata da milioni di persone. Vuoi mettere l’8% di guadagno che ti da un editore contro il 60/70% di Amazon?
    In sintesi, bello provare con le case editrici però, a meno che non sia una CASA EDITRICE come si deve, meglio tentare altre strade.
    Mia opinione personale comunque.

  • Ciao Gianluca, grazie per il tuo aiuto.
    Ho già pubblicato un romanzo su Amazon e adesso mi stavo guardando intorno per il secondo. Ti faccio una domanda: perché non pubblicare su Amazon e poi anche su altra piattaforma come ilmiolibro.it, tanto per citare un esempio? Mi sembra di capire che ci sia qualche vantaggio concreto come la pubblicazione su altri cataloghi on line, mi sbaglio?

    • Ciao Andrea, nulla vieta di farlo. Però ti ricordo che sei legato alla piattaforma che stai utilizzando, con le logiche e i vincoli di ognuna. Quindi, se pubblichi su Amazon e poi su ilmiolibro, di fatto avrai due libri diversi, con diversi ISBN, anche se poi saranno ovviamente molto simili come contenuti/impaginazione. L’ideale è riuscire a trovare una piattaforma che ti permetta di distribuire lo stesso libro sul più ampio numero di canali possibili.

  • dopo aver letto le tue recensioni sono combattuta sul da farsi ho scritto un piccolo libro giallo e non so come pubblicarlo ma non voglio spendere e non voglio essere fregata, ci penserò

    • Ciao Cinzia, su Amazon vai sul sicuro e non avrai nè spese occulte, nè fregature, è tutto molto trasparente. Fai attenzione invece a quegli editori che scalpitano nel voler pubblicare il tuo libro e poi ti chiedono un “contributo”. Di fatto sarai tu a comprare i tuoi libri.

  • Ciao Gianluca, grazie per l’interessante articolo. Ti chiedo se sai come funziona la via di mezzo, cioè autopubblicare il libro (“pubblicato dall’autore”, acquisendo il proprio ISBN) e venderlo – eventualmente – anche su Amazon. Vedo infatti che ci sono libri di altri grandi circuiti su Amazon, ad esempio Feltrinelli o Mondadori ma non so se e quali costi possa applicare Amazon per questo. Ti ringrazio, Elena

    • Ciao Elena, intendi pubblicare il libro per conto proprio e poi distribuirlo sui vari circuiti? Non ne sono sicuro, ma per quanto riguarda Amazon credo sia necessario avere un account “venditore” con cui poter vendere il libro come se fosse un qualsiasi altro prodotto. Sotto una certa soglia di vendita, mi sembra 40 vendite al mese, sei considerato un “privato” e pagheresti soltanto una percentuale sulle copie vendute. Se la superi, sei considerato un venditore “professionista” e dovresti aprire una partita IVA e pagare inoltre un canone mensile. Il costo lievita se affidi la logistica e la spedizione direttamente ad Amazon. Sui prezzi precisi, conviene farsi un giro sul loro sito. Per quanto riguarda gli altri circuiti, sinceramente non saprei come funziona.

  • Ciao io ho scritto un libro una storia vera successa durante questa pandemia, volevo farti due domanda a me che non interessa partecipare a concorsi letterari e neanche ho voglia di perdere tanto tempo con le case editrici, io voglio solo pubblicare il mio libro e farlo leggere a molte persone ovviamente comprandolo. Posso in questo caso usare ilmiolibro usare kindle e metterlo in vendita anche per conto mio? come posso fare per tradurlo in inglese prima di farlo vendere su amazono o latri siti al estero? Ciao grazie per l’eventuale risposta.

    • Ciao Luigi,
      per la traduzione in inglese dovresti rivolgerti a un professionista o a qualcuno che conosce bene l’inglese. Su Amazon lo puoi mettere in vendita in tutti i mercati mondiali in cui Amazon è attivo, non solo quello italiano. Non so se ho capito bene la tua domanda, ma se vuoi pubblicare un libro in modo indipendente devi comunque appoggiarti a una piattaforma, che sia ilmiolibro, Amazon, o altre. Il libro resta sì tuo, ma il formato con cui viene stampato è legato alla piattaforma che stai utilizzando e ne sei quindi vincolato. Come ho scritto sul mio blog, stampare e pubblicare un libro è soltanto una questione tecnica facilmente superabile. Il grande ostacolo è quello che dici tu: farlo leggere a molte persone e ricevere un compenso. Qui serve proprio una strategia di vendita.

      • Anche Amazon propone diverse strategie di marketing e spesso i libri sono menzionati su blog esterni alla piattaforma. Basta creare comunicati stampa per giornali locali, partecipare ad eventi, promuoversi nelle occasioni giuste o fare una serata di presentazione per l’ ultima fatica editoriale. Serve una prefazione vergata da un personaggio noto… insomma cogitate. Pubblicare il libro è solo il primo stadio del progetto, il secondo è divulgarlo.

Gianluca Riboni

Pensatore e capo tribù NAZAV, personal trainer non convenzionale, ambasciatore dello yoga e della risata, scrittore e blogger incompreso. Scrivo quello che mi passa la testa, nella speranza di lasciare un segno su questo pianeta. Sempre in Arial 11.

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